“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”, articolo 21 della Costituzione Italiana.
Libertà di pensiero, libertà di manifestarlo, il proprio pensiero.
I padri costituenti ci hanno fatto un grande regalo, sapevano che era importante, pensare, il pensiero è ciò che rende “umano” l’uomo, ciò che ci differenzia dagli altri esseri viventi, alcuni potrebbero dissentire, anche gli animali pensano e, a volte, fanno pensieri più puri di quelli fatti da tanti esseri umani, ma così stiamo perdendo il filo del discorso.
Libertà di pensiero, abbiamo riconosciuta la libertà di pensare, di poterci chiudere in noi stessi, magari prima di dormire e ripercorrere la giornata, attimo dopo attimo, crearci sopra il nostro personale punto di vista.
Nessuno può intrufolarsi dentro la nostra mente, nessuno può dirci come e cosa pensare.
Lo diamo per scontato, ma non lo è per niente, scontato.
Oggi; in quanti per pigrizia non rispettano se stessi?
In quanti per evitare di faticare, eh sì, pensare costa fatica, ci si deve guardar dentro, soli, soli davanti alla propria immagine che non riflette altro che noi, solo così potremo creare il “nostro punto di vista”, senza influenze esterne, in quanti, per evitare di faticare, non pensano in autonomia?
La libertà di pensiero finisce quando per pigrizia si preferisce lasciare agli altri il beneficio di pensare e stabilire come sia giusto, normale, socialmente accettabile, “pensarla”.
Questa libertà di pensiero è intima, personale, nessuno può giudicarla, perché anche se non hai voglia di faticare, di pensare, di riflettere da solo, hai fatto comunque la tua scelta, quindi anche tu manifesti un tuo “pensiero”, pensi che dover riflettere sul mondo sia troppo noioso, complicato, così preferisci che altri si consumino pensando e ti forniscano già le risposte.
Altri ci forniscono le risposte, noi poi le manifestiamo.
Pensateci bene, è imbarazzante ammetterlo, ma spesso ci affidiamo al “pensatore di turno”, colui che “ne sa di più, l’esperto”, ma è sbagliato, la Costituzione ci dice che è giusto ascoltare il “libero pensiero altrui”, ma dopo?
Sì, dopo?
Dopo dovremmo applicarci, guardare con occhio critico il pensiero che ci è stato esposto e capire se combaci o meno col nostro, siamo esseri umani, capaci di pensare, ecco, allora facciamolo.
La libertà di pensiero ora è chiara, limpida, ma la libertà di: “manifestare liberamente il proprio pensiero?”.
É proprio ora che sorgono i problemi.
Problemi circa la difficoltà di farlo.
Problemi che contemplano il coraggio di assumersi la paternità di quel pensiero.
Il problema che altri ti giudichino, così, per non essere giudicati, per non dissentire i più, la maggioranza, si tace.
Ma chi dice che “se una cosa la pensano in tanti”, sia giusta, corretta?
Nessuno.
Un tempo la maggioranza credeva che la terra fosse piatta.
Quindi, perché ostinarsi a schernire chi non la pensa come noi?
La libertà, di pensare e manifestare il proprio pensiero, è sacra.
Ma è sacro anche il pensiero degli altri.
Siamo liberi di dissentire, ma non di aggredire.
Possiamo cercare di rendere chiari i motivi del nostro punto di vista, cercare di far “ragionare” il nostro interlocutore, ma se non la pensa come noi?
Beh, anche lui ha la libertà di pensare.
Ergo, la libertà di pensiero è un diritto, di tutti.
Rispettare il pensiero degli altri è un dovere.
Diritti e doveri, questo ci dona la Costituzione.
Il mio diritto finisce dove inizia il diritto di un altro.
Non aggrediamo chi non la pensa come noi, la Costituzione ci ha dato la libertà di pensiero, noi mettiamoci giudizio, teniamoci stretti i nostri pensieri, ma non imponiamoli, manifestiamoli, chi li ascolterà sarà libero di condividerli o meno, questa è la nostra Costituzione, che ci piaccia o meno, questa è la democrazia che i padri Costituenti hanno scelta.
L’altra, prima, si chiamava dittatura.
Il giostraio, pur non essendo un grande intenditore di musica, né conoscitore della storia personale di ogni singolo artista, vi propone un brano da ascoltare dopo la lettura.
N.B. la canzone, come sempre, è stata cercata e scelta dopo aver scritto il giro di giostra e non viceversa.
Daisy Lumini e Beppe Chierici – Viva la Democrazia: