Leggere, perchè?

Siamo costantemente circondati da una realtà virtuale, ricca di immagini, informazioni e colori.

Immagini colorate ci sfiorano la mente e catturano la nostra attenzione, chi non si è mai fatto attrarre da un’immagine forte, dai colori sgargianti, magari un paesaggio raffigurante un tramonto?

In un mondo ricco di immagini, ci si immerge facilmente, siamo connessi a tutto, abbiamo la sensazione di aver tutto a portata di un click.

Vuoi vedere l’alba a mezzogiorno?
Basta un click.

Vuoi vedere una spiaggia con la sabbia che splende mentre sei in montagna durante una nevicata?
Basta un click.

Vuoi vedere da vicino una balena?
Basta un click.

Il lettore più attento, presto, obietterebbe che anche qualche anno fa si sarebbe potuto sfogliare un album fotografico amatoriale o un libro di foto d’autore per poter ammirare queste meraviglie e altre ancora.

Vero, verissimo, ma era comunque un processo meno immediato, meno piegato al nostro volere, non potevi essere seduto su un treno ed avere subito a portata di mano un album di fotografie in ogni momento? No?

Ora abbiamo tutto a portata di un click, nonostante questo, ancora si legge, ancora ci si fa guidare in un mondo diverso, né reale né virtuale, in cui tutto appare altrettanto colorato e le sensazioni vissute sono quasi più piene, più vere del vero.

Si legge perché solo la nostra fantasia, guidata dalle parole che estraiamo dal foglio e facciamo nostre, è davvero in grado di portarci a sfiorare un mondo sempre nuovo anche se sempre uguale a se stesso.

Non ci credete?

Scotta, i polpastrelli vorrebbero far cadere la tazza che tengono stretta.

Si abbracciano, le mani attorno ad una tazza bollente, assaporano il calore del liquido che ella contiene.

Il vapore fiorito si infrange sul naso che assaggia il profumo e diventa umido come quello di un gattino.

La camomilla si appropria della stanza, scivola sulle pareti perdendosi tra i libri riposti accuratamente nella libreria dello studio.

Accanto alla scrivania una sedia a dondolo.

Si culla l’avvocato Bisbiglio.

Ammira il suo studio, il crudo studio di un anziano avvocato che ora sa di camomilla, la bevanda che sua nonna, signora di antica saggezza, gli preparava quando era poco più di un bambino.

Avvicina le stanche labbra al bordo della tazza, lentamente qualche goccia del liquido scivola in bocca, ora non scotta, ora è del giusto calore.

Il primo sorso come un ruscello tranquillo giunge a scaldare il cuore ed ecco i ricordi.

Un sorriso appare sul volto dell’avvocato Bisbiglio, il calore del sole di un pomeriggio in campagna accarezza il suo intimo, un ricordo che solo la camomilla può far riaffiorare.

Ora, ditemi se, guardando una foto dell’avvocato Bisbiglio seduto sulla sua sedia a dondolo, avreste potuto cogliere le sfumature e il sentimento che dietro ad un semplice gesto si nascondono.

Per questo si legge, per provare qualcosa che nel virtuale ancora non possiamo trovare.

Questa volta l’immagine che concluderà lo scritto sarà di natura diversa, molto più degna della nostra giostra.

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