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“Cerco l’estate tutto l’anno e all’improvviso eccola qua…”.
Sì era svegliata con questo motivetto in testa, non riusciva a capire come avesse fatto la sua memoria a farlo riaffiorare.
Certo, era estate, quindi probabilmente era stata l’assonanza del termine con l’effettiva stagione che stava vivendo in quel momento.
Però.
Però c’era un però.
Era estate sì, ma per lei non era quella della canzone, per lei era lavoro, lo era da sempre.
Per lei non c’era pausa, non c’era relax sotto l’ombrellone e ragazza gentile ad accogliere alla reception dell’hotel.
Era lei, quella ragazza, lei sorrideva, accompagnava i clienti vacanzieri alle loro stanze.
Ci rifletteva spesso.
Amava il suo lavoro.
Quelle camere che lei apriva a nuovi ospiti quasi ogni giorno, per loro sarebbero state identificate come “casa” per tutto il periodo di soggiorno che avrebbero vissuto, per lei erano altro: fondamentali.
Quelle camere per lei erano il luogo di lavoro .
Due mondi distinti che si sfiorano senza incrociarsi mai: quello dei clienti in vacanza e dei lavoratori stagionali.
Lei le vacanze le faceva, ma in periodi in cui la maggioranza delle persone lavora.
Lei in quel momento era ciò che si potrebbe dire “il rovescio della medaglia”.
Lei era parte degli ingranaggi che avrebbero reso “unica”, addirittura magica, la vacanza di qualcuno.
Lei era la maschera dietro le quinte del teatro.
Lei cercava l’estate tutto l’anno, ma perché era il suo sostentamento, il suo primo e fondamentale guadagno.
Forse è per questo che quel motivetto le era scivolato dentro.
Si guardò la gonna leggermente sgualcita, le diede una sistemata cercando, idealmente, di stirarla con le mani, sistemò la camicetta bianca, raddrizzò la targhetta e indossò il più rassicurante ed accogliente dei sorrisi.
Mancavano solo due ore e il suo turno sarebbe finito.
Due ore e avrebbe finto di essere una vacanziera come tanti, due ore e avrebbe dismesso i panni da “rovescio della medaglia”.
È estate: tempo di vacanze e svaghi.
Non per tutti, perché c’è sempre il rovescio della medaglia, c’è sempre qualcuno che per lavoro deve accogliere gli altri con un sorriso.
Gli altri invece non sono tenuti, ma sarebbe tanto bello che lo ricambiassero: quel sorriso.
Il giostraio ti propone un brano da ascoltare dopo la lettura.
Adriano Celentano – Azzurro:
Il dritto e il rovescio, come dire: Tu e io ogni medaglia ha due facce!
Proprio così Tina!;-)
Penso che questo sia uno degli ultimi prima della pausa.
Non potevi che affrontare “a modo tuo” il tema estate, ritrovo in questo giro la tua mano, la tua scrittura come da sempre mi hai abituato; lo trovo perfetto.
Vero, in estate c’è pure chi lavora, mi piace il finale del giro, quel sorriso che non deve mai mancare e per educazione sempre ricambiarlo.
“Lei cercava l’estate tutto l’anno, ma perché era il suo sostentamento, il suo primo e fondamentale guadagno.”
Questa è una frase che mi ha colpito, come per dire magari potessi lavorare tutto l’anno, visto che si tratta di lavoro stagionale, che dura pochi mesi.
Dalle mie parti il lavoro si traduce in fatica: vai a lavorare, quindi vai a faticare, non si utilizza il termine lavoro, non esiste, esiste “la fatia” ovvero la fatica!!
Quindi cerco l’estate tutto l’anno per poter faticà!!
Questa appena descritta da te è un’estate, pur sempre estate si tratta ma con il rovescio della medaglia.
Brava Valentina.
Buongiorno Michele, che peccato rispondere solo ora al tuo commento.
Ovviamente l’avevo letto, ma presa da tutti i doveri del quotidiano, l’avevo messo da parte.
Fatica, qui il lavoro è spesso identificato come “soddisfazione”, come a dire che se non si fa un lavoro “importante”, non si è soddisfatti, preferisco molto di più il termine “fatica”, perché per quanto possa piacere, il lavoro è una fatica, non trovi?
Ma è attivato il commento!!