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A voler narrare troppo, si finisce per avere fiumi di parole e poca sostanza, la sostanza si perde nella moltitudine degli argomenti trattati.
Così fanno i pensieri.
Quando in troppi affollano la mente.
Quando in troppi premono sulla bocca per mutare in frasi, per farsi espliciti, per farsi parole pronunciate.
Quanti pensieri occupano spazio.
Quante idee accantonate, quante speranze, quante considerazioni fatte, quanto dentro noi celiamo: nascondiamo.
Quanto di tutto questo ci scorre dentro e alla fine, quando arriva il giorno, il momento giusto, non riusciamo a ritrovare, perso nella moltitudine di parole mai dette, solo pensate.
Fossimo stati più sinceri; meno prigionieri.
Meno prigionieri di noi stessi, obbligati a mostrarci come ci volevano gli altri, oppure come avremmo voluto essere noi, non accettando di essere diversi.
Fossimo stati più onesti, con gli altri e con noi stessi, avremmo guadagnato una mente libera.
Saremmo stati liberi di passeggiare nel vuoto lasciato da tutte quelle parole mai dette, mai pronunciate.
Saremmo stati anche meno ipocriti, verso noi e verso il mondo, verso chi si appresta a camminarci al fianco.
Invece tratteniamo tutto, mentiamo; soffochiamo.
Così stipate le nostre idee, soluzioni e considerazioni si fanno stropicciate e quando finalmente siamo pronti a mostrarle al mondo hanno perso la loro forma e sostanza.
A voler narrare troppo, la sostanza si perde in fiumi di parole vuote, questo accade quando ciò che realmente pensiamo; soffochiamo.
Vedete?
È successo anche questa volta, volevo narrare troppo, avevo tanto da dire, tante idee da esporre e mi son perso, alla deriva, queste parole sono vuote, senza senso, senza significato.
Avessi avuto il coraggio di farlo prima, di raccontare quello che mi navigava dentro, ora voi l’avreste colto, capito.
Invece è rimasto solo un concetto sfocato: confuso.
Il giostraio ti propone un brano da ascoltare dopo la lettura.
Lucio Battisti – Confusione: