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Ho un prezzo.
Comprami: sono in vendita.
Chi non lo è?
Tu?
Non farmi ridere.
Non mentire, abbi rispetto verso la verità.
Siamo tutti in vendita.
Occhio, non significa che con i soldi tutti si possano comprare, la moneta può essere diversa.
Il denaro non compra tutto e tutti; ma tutti sono in vendita.
Fama.
Affetto.
Amore.
Gloria.
Diverse valute; ma la conclusione è la stessa.
Siamo in vendita.
Modificando l’ordine degli addendi il risultato non cambia.
C’è sempre chi è pronto a comprare.
C’è sempre chi è pronto a farsi acquistare.
L’integerrimo è utopia: miraggio.
Il fulcro di tutto non è “il non essere in vendita”, il fulcro è averne coscienza, sapere cosa ci possa comprare, conoscere il nostro prezzo.
È importante conoscerlo prima, così saremo preparati: saremo pronti.
Fondamentale è non concedere sconti, una volta stabilito, il prezzo non si cambia, non si accettano sconti.
Già è difficile accettare di esserlo, in vendita, pensare di essere pure “scontati”…beh, sarebbe troppo!
Ora dimmi un po’: qual è il tuo prezzo?
Il giostraio ti propone un brano da ascoltare dopo la lettura.
Viola Valentino – Comprami:
Mi fai pensare sempre molto, inizialmente ho pensato che sicuramente la maggior parte di noi non è in vendita, ma poi riflettendoci meglio ho iniziato ad avere dei dubbi!! grazie come sempre! a presto. Fede
Ciao Fede, scusa se rispondo solo ora, a volte tardo, ma leggo sempre!
Eheheh, volevo proprio che fosse così, perchè questa è la prima risposta che affiora “no, non sono in vendita…” ma pensandoci bene..eccolo arrivare: il dubbio 😉
Sei riuscita a trovare la risposta alla fine?
Buona domenica, a presto, un abbraccio.
Il giostraio.
Secondo la giostraia tutti saremmo in vendita, non solo o sempre con il denaro, comunque lo siamo tutti, dobbiamo solo ammetterlo e definire il nostro giusto valore senza fare sconti a nessuno!
Posso capire che ci si vende per la fama di successo, la gloria, si guarda solo al nostro obiettivo, vendersi e basta.
Ma per amore?
Hai menzionato anche questo: “fama, affetto, amore, gloria”.
Siamo sicuri che riduciamo la nostra vita a farci acquistare?
E poi da chi, ma ci acquistano o partecipiamo anche noi agli acquisti?
Ma poi cosa vendiamo: parti di noi, tipo un rene, o tutto noi stessi, anche la parte più intima, il nostro essere dentro, la nostra essenza.
Posso capire che le “parti intime” possono essere messe sul mercato, specie la sera; il nostro essere, che facciamo anche quello!
E due che si amano, cosa fanno, si conquistano o si acquistano reciprocamente per amore.
Siamo in vendita come tutto ciò di cui ci nutriamo, ci vestiamo, facciamo nostro per le nostre esigenze primarie, o proprio perché dobbiamo soddisfare le nostre esigenze che ci vendiamo, e senza sconto visto che le esigenze sono tante.
Sì, ci vendiamo per il nostro lavoro, solo per vivere.
Ma è possibile, “modificando l’ordine degli addenti il risultato non cambia”, e riducendo ai minimi termini, tutto solo per vivere!
Una parentesi sul lavoro: se dovremmo scegliere di lavorare solo per vivere e non solo, e solo quello più retribuito, per la fama, il successo, e a fine stagione si apre sempre il mercato degli acquisti, tutti faremmo i calciatori, con la fama e gli amori al seguito!
Per i comuni mortali, non c’è scelta,” solo per vivere”.
Non credo che le cose funzionano proprio così!
Le scelte sono personali, legate alla persona, e non tutto è traducibile in termini di denaro, altrimenti non si spiegherebbero i lavori umili poco retribuiti.
Anche questi sono importanti, forse gli unici ad essere necessari per la collettività; quindi volgarmente definiti umili se poco retribuiti, ma di grande importanza vitale.
Retribuzione, quindi denaro, che non compra tutto e tutti, ma tutti siamo in vendita.
” Diverse valute, ma la conclusione è la stessa, siamo tutti in vendita”.
Voglio togliere la sfera lavoro, dove, purtroppo più che vendita senza sconto, siamo tutti svenduti!
Ma per il resto, vale la tua regola, siamo in vendita?
Sono anche d’accordo sul fatto che meno si è autonomi, più si dipende dagli altri, e quindi siamo più in vendita: chi vive in città, poiché dipende da tutto, sarà più in vendita di chi vive in campagna, dove ci sono anche meno esigenze.
Ma per il resto, giostraia, dimmi vale sempre la tua regola?
Se sì, fammi capire!
Anche con l’amore è un vendersi agli altri?
Sei stata acquistata e non conquistata?
Credo che se c’è la vita, non perché esistono le diverse valute, ma perché esiste l’amore: il donarsi agli altri.
Il “donare se stessi” agli altri spiega tutto, questa è la mia regola.
Altrimenti non si spiegherebbero tutto ciò che facciamo e poi ci lamentiamo dicendo “ma chi me lo fa fare”, nonostante tutto ci buttiamo a capo fitto, se non ci fosse questa molla ” donarsi agli altri”.
Qui non è un discorso solo religioso, è molto di più, è la spiegazione perché la vita continua ad esistere nonostante tutto!
E poi mi chiedo chi scrive come te, giostraia, nello scrivere si vende agli altri; chi scrive si riduce a vedere libri, qualcosa di materiale, o di qualcosa che prende forma visibile ma è sempre esistito che è parte integrante della propria essenza.
E poi ammettiamo che valga questa regola, fino a che punto siamo disposti a farlo, se esiste un limite.
Il limite esiste: siamo disposti sino a non negare noi stessi, la mostra persona, la nostra essenza.
Nel donarsi non c’è mai un limite perché fa parte di noi, di come siamo fatti, di quello che proviamo.
Se proprio questa tua regola sia la regola e non possiamo farci niente, lasciami almeno di poter scegliere: rinuncio alle varie forme di valuta, e non mi interessa nemmeno dello sconto, voglio ritornare alla forma più antica di scambio “il baratto”, tu dai una cosa a me e io do una cosa a te come facciamo con i giri della tua giostra!
Il giro, per questo giro ho messo più tempo per rispondere, visto che non è stato semplice risponderti, è stato impegnativo, ma la tua giostra è anche questo.
Di nuovo buongiorno Michele,
Ecco il giro che tanto ti ha fatto pensare…
Ora mi leggo tutta la tua risposta.
Due che si amano si conquistato o si acquistano?
Un ottimo spunto di riflessione.
Eheheh il tuo discorso mi ha fornito molti spunti di riflessione interessanti e devo dire che quasi mi avevi convinta: avevo sbagliato tutto e non siamo proprio sempre in vendita, ma c’è anche il donarsi…ma poi…poi è arrivato lui: il baratto.
Sai…penso che il “donarsi agli altri” sia la forma più pura e disinteressata di amore, ma credo anche che, in fondo al cuore, nella zona più nascosta del cuore, anche il donarsi implichi una compravendita, ci si dona in maniera “disinteressata”, ma c’è sempre la speranza che, dopo essersi donati, l’amore dato “ritorni”…quindi alla fine torniamo al baratto.
Percepisci la “compravendita”, il baratto, perché il baratto altro non è che una compravendita senza moneta, come un qualcosa di “sporco”, impuro, qualcosa che macchia l’anima, qualcosa che mina la purezza dei nostri stessi intenti.
Però vedi…alla fine anche nella giostra c’è “compravendita”: io do i miei scritti, voi mi date il vostro tempo e i vostri pensieri.
Stessa cosa secondo me nell’amore: io amo il mio compagno, lui in cambio mi dona se stesso, c’è sempre uno scambio, ma non significa che sia “impuro o non disinteressato”, io ti dò il mio amore nella speranza di riceverlo in cambio, quindi cos’è questa “speranza” se non una “offerta di acquisto”, anzi, diciamolo meglio: cos’è questa speranza se non una “offerta di baratto?”.
Non so…ma su questo tema resta ancora il dubbio…secondo me siamo in vendita, ognuno con una “moneta” diversa.
Un abbraccio e grazie di cuore per queste risposte perché sono ottimi spunti di riflessione e anche punti di partenza per intavolare discorsi costruttivi!
La giostraia