Tempo stimato di lettura: 2 minuti e 30 secondi.
***
Non provi nulla, ti abbracciano, ti dicono: “ritenta, sarai più fortunato”.
La classica frase da lotteria a premi del supermercato, dove gratti il bigliettino accompagnato da un lieve ghigno perché tanto sai già che apparirà quella famosa scritta: “ritenta, sarai più fortunato”.
Chiamala fortuna, chiamala divina provvidenza; chiamalo fato.
Comunque si chiami si sa che essere fortunati, vedere la propria vita prendere “la piega giusta”, non è da tutti, forse non è proprio da nessuno.
Facciamo scendere quel velo, il velo della finzione, il velo dell’apparenza, guardiamo il nostro riflesso nello specchio della verità e diciamocelo: non siamo mai contenti.
Sì, riconosciamo di essere “più fortunati di altri”; ma questo è uno spazio dedicato alla sincerità, anche quella scomoda, anche quella poco “conveniente”, di essere “più fortunati di altri” poco ci importa, noi vogliamo solo di più, sempre di più.
Abbiamo qualcosa e vogliamo qualcos’altro.
Vorremmo tutto perfetto, ma come detto in un altro giro di giostra, precisamente questo: “L’ora delle pulizie” è l’imperfezione a renderci perfetti, anche se crediamo sempre che la nostra vita non lo sia; perfetta.
Anche se ogni giorno ci rimbocchiamo le maniche pronti per una nuova scalata, pronti a consumare le unghie per raggiungere un nuovo obiettivo, pronti a tutto per realizzare “quello che vogliamo”.
“Quello che vogliamo”.
Ecco: cosa vogliamo veramente?
Non lo sappiamo.
Forse non lo vogliamo neanche dire, a voce alta, forse è solo un sussurro che ci rotola dentro, ma che non raccogliamo, lasciamo a terra, perché avere questa grande risposta tra le mani spaventa.
Sì, spaventa, la vita umana è una costante corsa verso qualcosa o qualcuno, se si avesse tutto la corsa finirebbe, per questo lo siamo, il più delle volte: insoddisfatti.
Essere insoddisfatti, inconsciamente, ci fornisce la forza necessaria per continuare questa corsa.
La verità non è che “le cose non vanno”.
La verità è che “le cose vanno bene così”, è la nostra natura, dobbiamo sempre avere qualcosa o qualcuno da rincorrere, altrimenti saremmo persi.
Sono pochi, pochissimi, coloro che non temono una vita “in costante corsa”, perché, se non si deve più correre, allora si dovrà affrontare la propria immagine riflessa in quello specchio, lo specchio della verità, mentre correndo lo si osserva solo di sfuggita, così questa vita pressante, stancante, che a volte vorremmo cambiare, vista da un’altra prospettiva diventa la nostra scusa: corriamo perché, dopo tutto, temiamo quello che potrebbe avvenire dopo, dopo aver fermato la corsa.
“Quando le cose non vanno”.
Ditemelo voi, quante volte avete corso pensando “eh no, così non va”, quante volte dopo aver raggiunto quell’obiettivo vi siete detti “sì, ora le cose vanno bene così, rallento, d’ora in poi camminerò”; invece lo sappiamo tutti, non vi siete fermati, non l’avete pensato, anche ora, state leggendo e lo state facendo: correte.
Quindi ditemelo voi, correte, ma verso cosa?
Il giostraio ti propone un brano da ascoltare dopo la lettura.
Negramaro – Mentre tutto scorre:
Hai perfettamente ragione, viviamo perennemente di corsa per raggiungere qualcosa..ma cosa esattamente rincorriamo? Cioè, forse lo so, credo sia il denaro, ma poi con tanto denaro saremo veramente felici? boh grazie come sempre…a presto Fede
Buon sabato Fede,
Secondo me, dopo tutto, non è il denaro che rincorriamo, crediamo di rincorrerlo, ma la corsa anche se ne avessimo tanto, ma tanto, non finirebbe.
Questa è una domanda a cui io non credo di poter trovare mai una risposta, ci vuole coraggio per trovarla, perché significherebbe dover “arrestare la corsa”.
Ti auguro un sereno weekend, al prossimo commento 😉
Il giostraio.