Il giostraio è tornato e non può non prendere la parola in prima persona per questo nuovo giro di giostra:
Lo farò.
Ricorderò, racconteró.
L’ho promesso.
Non a voi.
Non a me.
A loro.
A chi non può parlare più, a chi rischia di essere solo un numero sui libri di storia.
Solo un numero, niente nomi, niente volti, solo sterile numero.
Eh sì, l’ho visto, lo so, non ci crederete.
Spero tanto non accada, ma ne ho incontrati pochi, per questo lo penso.
Ho incontrato pochi giovani durante il viaggio, mi sentivo “una mosca bianca”.
Quelli che ho incontrato avevano in media quarant’anni, alcuni sembravano non capire davvero, non sapere cos’avessero davanti, dove stessero appoggiando i loro passi.
Distratti.
Smartphone in mano-sorriso-selfie.
Forse è così che deve andare, i luoghi devono perdere il vecchio sapore, cambiarlo, acquistarne uno nuovo.
Avrei voluto fermare il tempo e scuoterli tutti.
Uno schiaffo all’anima per farli risvegliare, per fargli trovare l’empatia annegata in un mare di foto digitali, di sorrisi talmente abbondanti da aver perso valore.
Ma ho taciuto, osservato in silenzio e pensato, dopo tutto non mi avrebbero capito, erano inglesi, francesi, olandesi e tedeschi.
Gli italiani erano pochi, molto pochi, rari.
La meta del mio viaggio?
La Normandia, le spiagge dello sbarco.
La storia, il D-day.
Ho percorso tutte quelle famose spiagge: Sword Beach, Juno Beach, Gold Beach, Omaha Beach, Utah Beach.
Ho iniziato da Sword Beach senza capire davvero il senso del viaggio che avrei intrapreso, senza rendermi conto del significato di quelle spiagge.
Cinque spiagge meravigliose, cinque spiagge su cui è stata scritta la nostra storia, sì, anche la nostra, perché dopo quello sbarco tutto è cambiato.
Il mondo è cambiato.
Con calma, senza voler annoiare vi racconterò ciò che questo viaggio mi ha insegnato, raccontato, evocato.
Oggi mi limiterò a salutarvi, sperando di aver acceso in voi l’interesse per questo frammento di storia che ritengo importante, prezioso, meritevole di essere raccontato, ancora e ancora.
Con questo giro vi chiedo:
“Voi che leggete sempre con affetto questi piccoli pensieri, racconti, apprezzereste di leggere ciò che questo viaggio mi ha lasciato, i pensieri che ha originato, o trovereste tutto troppo “pesante”, noioso?”
Attenderó il vostro parere.
Come sempre vi ringrazio per il tempo che mi avete regalato leggendo.
È bello aver fatto ritorno, come avete notato ho anche “traslocato” su un nuovo sito, tutto mio, hosting e dominio, un piccolo passo verso la realizzazione del mio sogno, vedere crescere questa piccola giostra.
A presto.
Il giostraio.
Il periodo delle vacanze estive sta volgendo al termine, quindi vi lascio ancora un assaggio del “Vento d’estate”:
Max Gazzè – Vento d’estate: