Il giostraio prende la parola:
Ho scritto questo giro di giostra qualche tempo fa, precisamente il 27 gennaio 2017, poi l’ho conservato per questa giornata, mi è sembrato il giro giusto per festeggiare il primo anno di Parole in Giostra.
In questo giro mi spoglio di tutto, anche del mio nome, “giostraio”.
Sarò solo una persona che si racconta.
Buona lettura.
***
Sono qui.
Seduta, il telefono in mano.
I giri di giostra li scrivo sempre sul telefono, nelle note, feci così coi primi che scrissi, quando ancora non sapevo che avrei creato questa giostra, fatta tutta di parole, le mie parole.
Continuai a farlo perché, in questo modo, avevo la possibilità di scrivere ovunque, in qualunque momento, in qualunque stato emotivo mi trovassi.
Così mi son ritrovata a scrivere seduta sul traghetto mentre andavo in Corsica al mare, l’aria profumata dal sale che mi si appiccicava addosso, stavo finendo di scrivere “State lontani dalle finestre”, il tremare dei motori sotto ai piedi, la voglia di vedere presto il sole, di sentire il suo calore sulla pelle, mentre attorno non mi accorgevo di essere baciata dalle stelle.
Scrissi passeggiando sul bagnasciuga, della vendemmia, della corsa a piedi nudi sul prato, mentre tra i miei, c’era la schiuma.
Occhiali da sole, costume e telefono in mano, rileggevo le frasi scritte con un filo di voce, chissà cosa pensavano le persone: “questa ragazza è strana, parla da sola e non guarda il mare, guarda il cellulare”.
Ero felice, mi sentivo come una vera scrittrice, mi sentivo libera di “essere” sì, libera di essere, perché facevo qualcosa che è il mio sogno, non “uno sogno”, ma il mio sogno, l’articolo è importante, significa che questo è proprio quello che volevo essere.
Volevo.
Sì, dico volevo, non perché lo sia diventata davvero, non perché ora le persone mi fermino per la strada chiedendo autografi, non perché le case editrici mi chiamino a tutte le ore chiedendomi di pubblicare e vendere libri con i miei giri.
No, no, sono sempre anonima, sono sempre “nessuno”.
Non sono una scrittrice, ma grazie a questa giostra, ai suoi passeggeri, a voi, all’affetto, all’educato scambio di pensieri, posso fare quello che ho sempre sognato, scrivo e anche se non sono “scrittrice”, ho qualcuno che ogni venerdì sceglie di leggere.
Ma vi rendete conto?
Qualcuno che al venerdì, non importa dove sia, come si chiami, che lavoro faccia, qualcuno, che perde il suo tempo per me, che in un certo senso mi regala se stesso.
Sono qui, seduta.
La mia gatta sulle gambe, il sottofondo di fusa.
Un giro, che non ho ancora pubblicato, lo iniziai in una sala d’attesa e lo finii seduta alla fermata del pullman.
Ovunque fossi, ovunque mi trovassi, mi portavo da sola altrove, mi porto ancora, ed è meraviglioso pensare che dopo, una volta finito il mio viaggio, lo farete voi, dopo che l’avrò corretto, sistemato.
Sono qui, seduta.
Sto cercando di scrivere un giro di giostra, ma oggi è la giornata della memoria e sono così emozionata che mi è uscito questo strano scritto, un giro con il quale voglio farvi riflettere sulla vostra generosità.
Voglio farvi “sentire l’effetto che fa” quando la tua vita cambia, basta un gesto gentile, bastano pochi minuti regalati, la mia, nel mio piccolo universo, è cambiata, grazie a voi.
Ora quando esco penso alle foto che potrei scattare per i futuri giri di giostra, ogni settimana so che vi ritroverò.
Grazie.
Ogni tanto temo di non aver più “l’ispirazione”, di diventare scontata, minestra riscaldata, farò del mio meglio, continuerò ad impegnarmi e finché riuscirò a stupire, fosse anche una sola persona, la giostra continuerà a girare.
Scusate se oggi il giro non sarà dei migliori, non vi porterà a grandi riflessioni, oggi ho voluto raccontarvi altro, raccontarvi l’impacciato tentativo di dire “grazie”, provando a dirlo in maniera originale.
Al prossimo giro di giostra!
***
Il giostraio riprende la parola:
Bene, oggi mi son preso fin troppe libertà, ma è il compleanno di Parole in Giostra e volevo proprio ringraziarvi.
Quando cominciai credevo seriamente che nessuno avrebbe letto, che poi, chi legge da molto lo sa, sono anonimo, per un mio volere, avrei potuto chiedere di leggere ad amici e parenti, ma sono anonimo, per dare risalto alle parole, per vedere se davvero, con le sole mie forze, con il solo aiuto delle persone che incontrerò, potrò crescere, far diventare grande questa piccolissima giostra.
Ora vi lascio, mi sono approfittato già abbastanza della vostra gentilezza.
GRAZIE, A TUTTI!
La canzone che vi suggerirò per questo giro, è una canzone che ascolto quando mi sento senza forze, sempre in salita, sempre ad arrancare per la realizzazione di questo sogno.
La ascolto e mi ripeto: tutto andrà come deve andare, gioisco già per ciò che in questo anno ho guadagnato, il vostro appoggio e affetto gratuito, è meraviglioso!
Il futuro di questa giostra?
Beh, tutto andrà come deve andare.
In ultimo vi lascio i piccoli numeri raggiunti da Parole in Giostra durante questo suo primo anno:
53 giri di giostra pubblicati;
5202 visitatori.
10003 visualizzazioni.
P.S. Vi auguro una Buona Pasqua!
P.P.S. Volete farmi un regalo? Facciamo girare ancora di più questa giostra 😉
Il giostraio, pur non essendo un grande intenditore di musica, né conoscitore della storia personale di ogni singolo artista, vi propone un brano da ascoltare dopo la lettura.
N.B. la canzone, come sempre, è stata cercata e scelta dopo aver scritto il giro di giostra e non viceversa.
883 – Come deve andare: