Oggi ve lo posso dire.
Sono ebreo.
Oggi posso urlarlo contro i palazzi di questa città.
Sono ebreo.
Oggi non mi nascondo.
Sono ebreo, oggi.
Ma se lo fossi stato ieri?
Se fossi nato poco meno di un secolo fa?
Il 6 agosto 1929.
Sarei stato un bambino di appena 9 anni nel 1938, avrei guardato con occhi confusi il mondo, che poi era il mio mondo, all’indomani dell’emanazione delle leggi razziali a Trieste.
Sarei stato in trappola, il mio cuore di bambino sarebbe stato strangolato dal pianto di mia madre, dall’impotenza di mio padre che avrebbe pagato sulla sua pelle l’impossibilità di avere cura della propria famiglia, di proteggerla, di salvarla da un destino scelto per noi da altri, solo perché nel nostro corpo il sangue era, presumibilmente, diverso.
Cammino per le strade, vi guardo, mi sorridete e accennate un saluto, siamo uguali, oggi, ma ieri i miei vestiti avrebbero avuto una stella.
Mio padre sarebbe stato cacciato dall’università in cui insegna, chissà perché, quando il potere vuol diventare dittatura agisce subito soffocando le università, le scuole, la culla della cultura della società che vuole dominare.
Saremmo caduti in rovina, avrei tremato di freddo e paura stretto tra le braccia della mia mamma, donna forte, fiera, incorruttibile fino alla fine, ma con il cappotto strappato, usurato e i capelli spettinati.
Sarei stato sull’orlo della fine.
Sull’orlo della fine della mia umanità, inghiottito facilmente dal degrado del patimento.
Avrebbero fatto cose terribili sul corpo di mia madre, avrebbero distrutto l’anima di mio padre ancor prima del corpo, avrebbero lasciato un adolescente solo, inghiottito dal tormento che, se avesse avuto fortuna, se si fosse salvato da quel campo, lo avrebbe vomitato fuori senza che avesse più la certezza di essere un uomo, un essere umano.
Mi sarei sì potuto salvare, ma sarei stato per tutta la vita un involucro vuoto, senza accorgermi che l’uomo dentro, era già morto.
Strappare la dignità di un uomo è dilaniare la sua essenza vitale, distruggere tutto ciò che di lui crea l’umano.
Non sono nato nel 1929, ma nel 1981, sono venuto al mondo ignaro di tutto, avrei scoperto solo più tardi la storia della mia famiglia, degli ebrei deportati.
Sono cresciuto continuando a porre, a tutti coloro che ho incontrato, una domanda: come può l’uomo essere così crudele verso un altro uomo?
Ho vagato dentro e fuori ai miei pensieri in cerca della risposta, poi ho capito.
Non ci si deve chiedere “come si possa essere così crudeli”, a questo non c’è risposta, si deve solo sapere che l’uomo può.
L’uomo può svegliarsi una mattina e decidere di imboccare la via del male, o come lo si voglia chiamare.
L’uomo può decidere di distruggere la vita di un altro, senza accorgersi che, lentamente, sta distruggendo se stesso.
Io oggi sono ebreo, oggi sono qui, ma il mio sangue, nelle vene, lo sento bruciare.
Penso a tutte quelle vite perse, dimenticate e che mai potranno essere ricordate, raccontate, penso al cumulo di vestiti che le persone si recano a visitare ogni anno, penso a come ci si senta davanti a quegli abiti che ora sono freddi e vuoti, ma prima erano riscaldati dalla vita.
Penso e il mio cuore trema, perché io sono qui, io sono salvo, io sono nato nel 1981, penso a chi, invece, non è nato nel “periodo giusto”.
Il giostraio, pur non essendo un grande intenditore di musica, né conoscitore della storia personale di ogni singolo artista, vi propone un brano da ascoltare dopo la lettura.
N.B. la canzone, come sempre, è stata cercata e scelta dopo aver scritto il giro di giostra e non viceversa.
Scritta da Elie Botbol, riprende il quarto versetto del testo ebraico del Salmo 23 – Gam Gam:
Un grande abbraccio,di cuore,
Che dire,le parole non bastano per descrivere l orrore del passato, la sofferenza inflitta. E purtroppo gli orrori non finiscono mai. Sei stata fortunata a non nascere in quel periodo,ma il dolore,sttraverso i racconti,anche il tuo,arriva fino a noi.
💓💓
Buon pomeriggio, hai ragione, purtroppo in questi casi possiamo solo parlare di fortuna, che altre vite non hanno avuto, tutto ciò rende davvero impotenti, sopratutto perché sembra sempre che l’uomo non impari mai…anche se non dobbiamo mai smettere di sperare!
A domani per il nuovo giro di giostra, scusa se rispondo solo ora, domani cercherò di rispondere subito!
Un abbraccio, il giostraio.
Questo giorno per me e’ sempre un pugno nello sromaco,
dentro un senso di disagio permanente…
Mi sembra di sentire…..il senso di quel dolore!!!!
La paura per tutto e L’impotenza totale per la tua vita e quella degli altri
Il valore zero per l’umanità!!!!
un abbraccio caro giostraio, ❤Roby❤
Buon giorno cara Roberta, mi riprometto di rispondere subito al prossimo commento, ti chiedo scusa per il ritardo!
Che posso aggiungere? Nulla, hai espresso già tu come mi sento, mi sento esattamente come te, è un evento così incredibilmente crudele che anche le parole si perdono…
Ti auguro una serena giornata, a domani per il giro di giostra nuovo, un abbraccio.
Il giostraio.
Buongiorno giostraio,
scusa se non ho più commentato, ma ho sempre continuato a leggerti, ed ora eccomi qua.
Racconto particolarmente toccante e vero.
Oggi non è facile capire come per molte persone quel periodo sia stato terribile, anche io mi sono dovuto soffermare a riflettere per “cercare” di capire veramente la sofferenza di quelle persone.
Bisogna continuare a ricordare e tu lo hai fatto in maniera perfetta.
L’uomo può decidere di distruggere la vita di un altro, senza accorgersi che, lentamente, sta distruggendo se stesso. (passaggio bellissimo per me!!!).
Grazie
Consiglio il film “la chiave di sara”, film che fa riflettere come le tue parole
Wow, mi hai letto nel pensiero?
L’ho guardato anch’io questo film, davvero molto toccante.
Buon pomeriggio Sib,
non ti scusare, so che leggi, anche se leggi “in silenzio”, non importa, quando avrai la voglia ed il tempo, commenterai e i tuoi commenti saranno ancora più preziosi!
Grazie per queste tue parole, un abbraccio.
Il giostraio.
Mia mamma era Friulana e ho sentito fin da piccola racconti su ciò che succedeva al tempo dell’occupazione nazista. Mio zio Sandrin diceva che, se fossi vissuta allora, col mio carattere mi sarei fatta ammazzare in poco tempo. È quasi successo negli anni di piombo quando il fanatismo era riaffiorato prepotentemente. Penso di aver detto abbastanza, superfluo precisare altro, credo…forse
Buon giorno Tina scusa se rispondo solo ora.
Grazie per questo tuo commento, come hai detto tu è superfluo aggiungere altro, se non un grazie per aver letto anche questo giro di giostra che racchiude tanto di me.
Buona giornata, un abbraccio!
Il giostraio.