L’occhio mi sorride, spinto sul lato destro del volto, sorride, prima di farsi deciso, concentrato.
Il movimento del corpo da sinuoso passo di danza, femminile bellezza, si fa fortezza, grinta.
Le dolci caviglie che spuntano da sotto la gonna, sottili, fragili alla vista, ma forti, basamento di tutto il suo portamento.
Bianche le dita, annodate dietro alla schiena, quasi fosse passeggiata.
Non sono nervose, scivolano sui fianchi, si tendono, prima di essere alzate, prima di spingere il pesante portone.
Ondeggiano capelli castani, brilla il fiocco di seta rosa, li tiene all’ordine, come le briglie i cavalli.
Si gira, sorride lo sguardo, ma la bocca è tirata, decisa, riga rossa che sottolinea l’importanza del momento, sulle labbra nessuna domanda, ha già deciso, l’ha fatto da sola, libera.
Ultimo frammento di luce, il portone si chiude, resto fuori, in attesa.
So cosa sta facendo, immagino cosa stia provando, l’ho accompagnata fino all’ingresso, non oltre, deve vivere da sola questo momento, deve vivere da sola questa conquista, il cambiamento.
Se penso alla nonna, mai lei l’avrebbe detto, mai l’avrebbe pensato, l’aveva sì immaginato, ma non pensato possibile, invece, due generazioni dopo, ecco che la mia cugina preferita prende parte al cambiamento, che onore viverlo al suo fianco.
Sono un uomo diverso, vedo la donna, la sua figura, con occhio uguale, uguale ammirazione.
Altre persone, uomini e donne, aprono e si chiudono subito dietro alle spalle il portone.
Guardo tutti con ammirazione, siamo ancora qui, ancora in piedi, il cielo ha smesso di caderci addosso, i cani abbaiano, ma non di paura.
Ammiro i miei vicini, i miei concittadini.
Ammiro tutti noi, siamo il popolo, stanco, affamato, ancora un poco impaurito, ma non disfatto, ci credo ancora, dopo tutta quella masnada, dopo la confusione, tornerà l’ordine, l’onore.
Faremo la scelta giusta?
Sceglieremo bene?
Certo, sarà la scelta giusta, sarà la scelta migliore perché sarà la nostra scelta, la scelta della riunita popolazione.
Oggi sorrido, oggi scelgo il governo del popolo, qualsiasi scelta faremo, l’avremo fatta come cittadini, tenendo per mano la nostra democrazia, tenendo per mano noi stessi.
La democrazia è ritenuta un pensiero astratto, credo invece che sia concreta, siamo noi la democrazia, ogni singolo cittadino, ogni singola persona è democrazia che passeggia, che vive, lavora, sogna, ama.
La democrazia non è un’entità superiore, una sovrana che ci governa dall’alto della sua saccenza, la democrazia siamo noi, è una piramide, più la base sarà ampia, più persone si faranno carico di portarla a spasso con loro, più sarà forte, più sarà giusta.
Così guardo tutti andare a votare, guardo il suffragio universale manifestarsi ai miei occhi e sono felice.
Guardo il volto di chi l’ha appena fatto, votato, mi sento parte di lui, una grande famiglia che ci lega tutti, voteremo per tutti noi, voteremo per il nostro futuro e per chi arriverà dopo, spero che lo sappiano i posteri, spero che se ne renderanno conto, non abbiamo “fatto la storia” oggi, questa storia l’abbiamo solo iniziata.
Ogni volta che si recheranno al seggio i posteri lo dovranno sapere, ogni voto sarà storia, la democrazia è una storia continua che narra se stessa.
Eccola lasciarsi dietro il pesante portone, ora sorride anche la bocca, sembra quasi diversa, mi guarda piegando la testa di lato, già, l’avevo dimenticato, devo andare, tocca a me adesso, devo andare a votare.
Vi ringrazio per avermi fatto compagnia, per avermi ascoltato, ci rivedremo, magari al seggio elettorale, buona giornata!
Il giostraio, pur non essendo un grande intenditore di musica, né conoscitore della storia personale di ogni singolo artista, vi propone un brano da ascoltare dopo la lettura.
N.B. la canzone, come sempre, è stata cercata e scelta dopo aver scritto il giro di giostra e non viceversa.
Goffredo Mameli(parole) e Michele Novaro(musica) – Il Canto degli Italiani(più conosciuto come Fratelli d’Italia):
L’avete mai ascoltato per intero?