Ogni mattina si svegliava presto, uno spuntino veloce, qualche biscotto, preferiva quelli tondi, classici, non quelli dalle forme strane che poi, a dirla tutta, non erano neppure tanto facili da masticare, durissimi e insipidi.
Guardava fuori dalla finestra cercando di fiutare il freddo, quanto freddo avrebbe fatto oggi?
Quanto avrebbe dovuto faticare?
Non gli importava più di tanto, non era solo, era con lui e questo gli bastava.
Sapeva che il lavoro era necessario, non gli pesava neanche troppo, dopo tutto era con lui, lo guardava e sapeva di avere un compagno fedele al suo fianco, sapeva che con lui sarebbe potuto andare ovunque, affrontare il freddo di Dicembre quanto il caldo torrido d’Agosto.
Preferiva l’inverno all’estate, l’afa gli asciugava la bocca, lo indeboliva, il freddo invece lo temprava, adorava osservare gli affaccendati piccoli omini dall’alto del suo furgoncino, camminare spediti, creare nuvolette di calore che si infrangevano sui loro visi.
Dell’inverno amava il Natale.
Dopo l’8 Dicembre tutto cambiava forma, si colorava, il buio bussava presto sul parabrezza del furgone, ma tutt’intorno era calore, giochi di luce, simpatiche ghirlande lampeggianti appese ai balconi, non si annoiava, ripercorreva ogni giorno la stessa strada e strade nuove, dal finestrino immaginava i bambini, le famiglie, i single, tutti coloro che avevano dedicato il proprio tempo alle decorazioni, non era un mettere in mostra se stessi, era un regalo, un regalo che lui adorava, si sentiva abbracciato dalle luci, dal loro calore.
A Natale il lavoro pesava meno.
Si fermavano davanti alle case, scodinzolava con gli occhi mentre era impegnato ad osservare ghirlande di luci, il suo compagno di viaggio scendeva, caricava le casse d’acqua che doveva consegnare sul carrello blu, simile a quello dell’Ikea ma più resistente, bussava alla porta, le mani rosse per il freddo, i guanti spuntati sulle dita, così era più facile caricare le casse, così era più rapida la consegna, aveva per tutti un sorriso, era un quadretto sereno, le guance arrossate ne erano la cornice.
Era fatica, il su e giù dal furgone, il caricare e scaricare, il rincasare col buio la sera, il cenare, riposare e poi subito ricominciare.
Questo era il loro tran tran quotidiano, ma lo facevano assieme, il suo compagno fedele era “l’uomo dell’acqua” e lui era il suo cane.
Ogni mattina lo spuntino veloce e i biscottini, quelli tondi, non quelli duri a forma di osso, il suo compagno fedele l’aveva capito, lui era un cagnolino semplice.
Giorno dopo giorno lo accompagnava a fare le consegne, restava scodinzolante dentro il furgone al caldo e ammirava le luci, la gioia della festa.
Giorno dopo giorno erano assieme, nel lavoro e nel riposo, assieme sempre, anche la mattina di Natale.
Di tutte le luci che poteva osservare dal furgone, di tutte le ghirlande e gli alberelli dai colori intermittenti, adorava il presepio e l’albero fatti dal suo padrone, aveva partecipato anche lui, quel cammello proprio non gli piaceva, così l’aveva sgranocchiato.
Il suo compagno fedele era l’uomo dell’acqua e lui, lui era il suo cane.
Il giostraio prende la parola:
Con questo giro di giostra ho voluto augurarvi Buon Natale, ho giocato sui ruoli ricoperti dal cane e dal suo padrone, anzi, compagno fedele, spero di essere riuscito a trasmettervi questo tipo di amore, un amore semplice ed incondizionato, lo stesso amore che vi auguro di provare domani e la mattina di Natale, ma vi auguro anche di trovarlo sempre, l’amore semplice è il migliore fra tutti.
So che è un racconto natalizio fuori dal comune, non ho parlato della bontà di cuore, della beneficenza, dell’aprirsi agli altri, della gentilezza, ho voluto raccontare uno spaccato del quotidiano, uno spaccato ricco di amore e di una semplicità disarmante.
Perché disarmante?
Perché l’uomo dell’acqua e il suo cane esistono davvero, li ho scorti solo due volte, credo che non sapranno mai di essere stati raccontati in un giro di giostra, ma io me li sono immaginati così, nel calore della loro casa, abbracciati dalla loro famiglia, sereni come lo sono percorrendo le vie del Canavese.
Buon Natale a tutti, grazie di cuore per aver accompagnato questa piccola giostra fino a qui, per essere saliti con entusiasmo, grazie.
Al prossimo giro di giostra.
Buon Natale!
Il giostraio.
Vi lascio l’albero di Natale di Parole in Giostra:
Il giostraio, pur non essendo un grande intenditore di musica, né conoscitore della storia personale di ogni singolo artista, vi propone un brano da ascoltare dopo la lettura.
N.B. la canzone, come sempre, è stata cercata e scelta dopo aver scritto il giro di giostra e non viceversa.
John Lennon – Happy Christmas: