Il giostraio prende la parola:
questa giostra, come avrete ormai capito da tempo, racconta emozioni, sentimenti, realtà.
Il giro di oggi racconta una realtà capace di graffiare e fare male, una realtà che, anche se non lo si vorrebbe, popola questo mondo e quindi deve essere raccontata.
Chi non voglia appesantirsi il cuore potrà tornare il prossimo venerdì.
Chi deciderà di restare si prepari a leggere con attenzione; le considerazioni della protagonista potrebbero essere difficili da comprendere appieno e forse servirà una seconda lettura.
Buon giro di giostra, attenderò come sempre la vostra opinione, a presto.
Il giostraio.
***
Sei il mio luglio, uno spazio vuoto in cui si vorrebbe solo trovare l’abbraccio o la carezza della brezza.
In cui vorrei potermi rinfrescare, invece sei costante caldo che schiaccia, afa che dal cuore alla mente si fa nebbia.
Vorrei, vorrei, ma non avrò.
Continuerò a ripetermelo all’infinito.
Non ho bisogno che altri vengano qui a spiegarmi come dovrebbe e come invece gira effettivamente il mondo.
A guardarmi in faccia sembro stupida, ingenua, lo so, ma sono coscientemente dotata di coscienza, dietro a quello sguardo un poco smarrito, io ci sono, più vigile di quel che potresti pensare.
Non ti viene in mente che magari, semplicemente, mi sia arresa al naufragio entro cui per troppo tempo ho navigato?
Meglio un finto sorriso che un reale abbandono, in fondo siamo tutti in scena a portar noi stessi, ho solo deciso di rendere la realtà un pizzico ancora più lontana dal vero e se questo aiuta a svegliarsi al mattino perché disperarsi?
Non prendo in giro me stessa, conosco bene quale sia la realtà dei fatti, sto prendendo in giro te, che credi di avere tutto sotto controllo, che credi che io, persa nella nebbia della tua afa, mi sia bevuta tutto.
Non ho bevuto niente, non hai visto che nella nebbia ho sputato le tue menzogne?
Striscio nel silenzio dei miei sorrisi, finti, no, finiti.
Cos’è il mio luglio? Il compromesso.
Il compromesso che ha mosso la mia mamma, che l’ha portata a vendermi in cambio di una scorta di cibo, io, creatura umana, venduta per un pezzo di pane, questa è la guerra dei disperati, qui non ci sono diritti, qui non ci sono abbracci, qui io valgo meno della pietra trovata per strada.
C’è un’umanità disumana a spasso per il mondo, c’è un’umanità che a vederla non ci si rende subito conto, c’è un’umanità che è anch’essa umana perché fa parte dell’uomo che l’ha creata, ma che sarebbe sano non rinnegare, ma cancellare.
Il mio luglio, il compromesso che ha spinto mia madre a compiere un gesto indicibile, il compromesso che rende una semplice bambina: oggetto.
Il compromesso che le ha fatto pensare che sarebbe stato conveniente per tutti; lei avrebbe avuto da mangiare, lei avrebbe salvato grazie a me i miei fratelli più piccoli, affamati e con le guance rigate dal pianto, lei pensava così di salvare anche me.
Un ottimo compromesso, chi lascerebbe mai deperire l’oggetto che ha appena comprato?
Disperato sorriso.
Il giostraio, pur non essendo un grande intenditore di musica, né conoscitore della storia personale di ogni singolo artista, vi propone un brano da ascoltare dopo la lettura.
N.B. la canzone, come sempre, è stata cercata e scelta dopo aver scritto il giro di giostra e non viceversa.
Fabrizio De Andrè – Leggenda di Natale: