La schiena é appoggiata al muro, il muro bianco, pulito, del suo soggiorno.
I polpastrelli sfiorano la superficie irregolare della parete, sentono i solchi lasciati dal pennello dell’imbianchino, ora si dovrebbe chiamare decoratore.
Imbianchino non si addice più alla figura di chi arriva in una casa e ne colora con maestria e accuratezza le pareti, meglio decoratore, questa è la nostra società, distratta, a volte egoista, ma con abbastanza tatto da dare nomi nuovi più “corretti” a lavori normali, classici, pensando di restituire dignità all’essere umano.
Il netturbino ora è un operatore ecologico, la nostra società dà così tanta importanza alle apparenze, da averne fatto la sua sostanza.
Lei è ancora là, la schiena e la nuca abbandonate al freddo abbraccio del muro e le gambe leggermente piegate.
Si abbraccia da sola tirando le ginocchia al petto, così faceva da bambina e così fa oggi, trentacinquenne, mentre preoccupata riflette.
La mano cerca con insistenza i solchi che il pennello ha lasciato sul muro.
Pensa a quella proposta, appena dodici ore sono passate da quel momento, il cuore inizia a parlarle, in confidenza, le dice ciò che prima non aveva potuto dire, sorpresa e stupita interviene la sua mente, la razionale mente, che presa dallo stupore in quel momento ha vacillato, prima di abbandonarsi al cuore.
Lei capisce, il razionale non ha più senso, questa è la sua vita, cosa le verrebbe indietro se la trascorresse seduta a porsi infiniti interrogativi sul futuro?
È una precaria, segretaria e sporadicamente tuttofare per una grande azienda, da qualche mese ha trovato questo impiego.
Cosa diranno a lavoro?
“Ma dai, avranno sempre da commentare o ridire, poi sei precaria, magari ti manderanno via a breve, prima ancora di sapere le tue intenzioni, ascolta me”, disse il cuore.
“Vivi, sorridi, prendi tutto ciò che puoi ora, non sei una sprovveduta, sei responsabile, sveglia, non vivere una vita precaria come il tuo lavoro, vivi una vita piena, ora puoi!”, disse la mente razionale.
Alza il viso illuminato dalla freschezza di lacrime leggere, insieme palesa un sorriso, così consapevole e forte da provocare stupore.
Guarda il suo compagno di vita, lui già sapeva, le serviva solo un po’ di tempo per elaborare la proposta che le aveva fatto.
Attendeva quel sì, da una vita, ma non l’avrebbe mai forzata, era la sua anima gemella, avrebbe accettato qualsiasi sua scelta, questo è l’amore.
Lei lo abbraccia, sempre più stretto, lui si commuove, i loro cuori parlano, si scambiano i rispettivi timori, ma saranno insieme per affrontare la vita.
Si accarezzano, la carezza diventa tocco, le mani si perdono tra pelle e vestiti, respirano libertà, coraggio, gioia, quella gioia che provi solo prima di buttarti in una nuova avventura, dove l’ignoto domina, ma non puoi fare a meno di essere felice di viverla.
Il soggiorno vuoto, i loro vestiti tiepidi in terra.
Nella stanza accanto due semplici persone stanno facendo l’amore con la meraviglia di una nuova emozione, farlo per un piacere diverso, il piacere di creare, amandosi, la vita.
Si uniscono liberi, ingenui innamorati spogliati dall’obbligo di dover sempre aspettare per dedicarsi appieno alla vita.
Pronti a tuffarsi, senza pensarci ancora, nella nuova avventura, creare una vita, educarla, amarla, stringerla a sé senza sapere cosa potrebbe accadere domani.
Una sola certezza nel cuore, voler entrambi diventare genitori, se ci riusciranno o meno, è un’altra storia.
Questo mondo precario non vincerà, la vita avrà sempre la meglio.
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