Siamo carne che trema, sangue che scorre, siamo vita, ma anche morte.
La morte angoscia, fa paura, ci sono tantissime ragioni per provarla, la paura.
L’ignoto, il lasciare le persone amate, il vedere i propri sogni interrotti, il tempo che si credeva fosse in abbondanza, scivolare dalle mani come polvere leggera.
L’angoscia ti schiaccia quando pensi alla morte, è qualcosa che osservi distaccato, ti circonda, ma fingi che non sia così, la riponi sempre lontano, sempre oltre te.
Accade poi, un giorno, che lei venga a farti visita e sgomento ti trovi a doverla affrontare, la perdita, confrontarti con la consapevolezza che cerca di strisciare dentro di te, per farti comprendere che c’è, la possibilità della morte c’è sempre.
Non è un pensiero brutto, nel quotidiano fin troppe persone sono obbligate ad averci a che fare, allora perché non prepararsi?
Perché non parlarne apertamente e condividerne la paure, i dubbi?
Una bambina, seduta composta con le gambe accavallate come ha visto fare alla mamma, guarda il quadro appeso nel soggiorno dei suoi nonni, è blu, giallo, arancio, gonfio di nuvole, di vento, si perde tra le sfumature dei suoi colori; si catapulta dentro con la sua fantasia ed inizia a muovere incerti passi di danza tra le pennellate sicure del pittore.
Tutto intorno è silenzio interrotto da voci sommesse.
Lei non le sente, seduta composta ha iniziato a danzare e giocare con la fantasia, prende manciate di colore e le spalma tutt’intorno, modella le nuvole dandogli forme buffe, ad una decide di dare la forma del sorriso del suo papà.
Non sente lo scorrere del tempo, adora perdersi in quel quadro che la nonna le ha promesso sarà suo, quando sarà abbastanza grande.
Il pendolo suona tre volte, sono le tre del pomeriggio, la distrae dal suo ballo e la riporta sulla sedia, scavalla le gambe e chiama la mamma, ora si sta annoiando.
La mamma sorridendo le si avvicina:<<Oggi andiamo al parco a giocare e a fare qualche giro sul trenino, va bene?>>.
<<Ma mamma, non andiamo a trovare la bisnonna? Oggi è giovedì, andiamo sempre il giovedì>>.
Arriva anche la nonna dicendole che sarebbe venuta anche lei al parco con loro e che poteva chiamare Alessia, la sua amica, così avrebbero giocato assieme.
Il pomeriggio passa sereno, la mamma e la nonna paiono pensierose, ma lei non si preoccupa, il trenino è così divertente.
Passa una settimana, è giovedì, di nuovo si va al parco e non dalla bisnonna, la bimba inizia a domandare perché non si possa passare un attimo a trovarla.
La mamma dice che è già passata lei e la bisnonna oggi era stanca.
Il tempo passa, la bimba smette di fare domande.
La mamma è più rilassata, la bisnonna era mancata da tempo, ma come dirlo ad una bambina di appena cinque anni?
I rintocchi del pendolo della nonna continuano a segnare il trascorrere del tempo, per anni, fino a quando la bimba, ora adolescente, decide di svelare un segreto alla mamma.
Lei sapeva, si era accorta di tutto, non aveva capito subito, solo con il passare del tempo, aveva sofferto per la perdita della nonnina adorata, ma in silenzio, credeva che fosse così che si dovesse fare, vivere il dolore in silenzio; la mamma la guarda commossa, è stupita, credeva di aver protetto sua figlia dal dolore della perdita, invece era stata sua figlia a proteggere lei.
L’aveva protetta dall’imbarazzo e dalla difficoltà di spiegare la morte ad una bambina.
Ora ti consiglio di ascoltare: Ivana Spagna – Il cerchio della vita