Siamo quelli che non hanno vissuto la guerra, la fame, la paura delle bombe, ma che lottano ogni giorno per crearsi un posto nella società, per essere indispensabili a qualcuno, perché il nostro lavoro non sia interscambiabile, vuoto, perché si possa essere riconosciuti come persone che valgono per le proprie qualità personali, uniche.
Siamo la generazione dei senza lavoro e senza voglia di lavorare, in quanti, saccenti, sputano le loro sentenze definendoci svogliati, viziati e incapaci.
Siamo anche quelli che poi vengono osannati perché intelligenti, preparati, colmi di idee e voglia di mettersi in gioco ma quelli, prima di riuscire ad essere apprezzati se ne sono già andati, fuori dall’Italia, l’ingrata mamma che ci culla per poco e poi ci butta in strada a sbrigarcela da soli.
Siamo i figli di quelli che il Boom economico l’hanno vissuto davvero, che hanno visto la “Bell’Italia”, ne hanno goduto e l’han strapazzata finché si è potuto.
Loro hanno ottenuto la pensione anche dopo pochi anni di contributi, ora noi, la generazione che non ha voglia di lavorare, li manteniamo.
Chi ha vissuto davvero la guerra morendo per i posteri, ha lasciato dei posteri che han pensato al loro bene e nulla più, solo pochi pensavano a noi.
Siamo la generazione dei senza casa, a trent’anni da solo, difficilmente una casa la compri, la Costituzione però all’articolo 47 sancisce che lo Stato debba favorire l’accesso del risparmio popolare alla proprietà dell’abitazione.
Siamo la generazione dei niente, niente lavoro, niente sogni.
Siamo quelli delle soluzioni che guardano al breve periodo, più in là non si riesce o non si vuole guardare.
Quelli che una pensione non la vedranno neanche con il cannocchiale, quelli che però non agiscono, alcuni ci provano, altri li ignorano.
La colpa è loro, quanto nostra.
Siamo quelli che scappano altrove.
Siamo quelli che restano e sognano ancora, che sperano in un cambiamento, ma sperare non basta, serve che qualcuno ci guidi, ci aiuti, una rivoluzione senza una guida non porterà a nulla, solo alla dispersione, dobbiamo ritrovare la fiducia in qualcuno e creare un futuro migliore senza essere egoisti nei confronti di chi arriverà dopo.
E così, sperando, ogni giorno guardarsi allo specchio e ripetersi: “in molti vanno via, io resto”.